Anno Lionistico 2010 / 2011 - Borsa di studio "Riccardo Rinaldi" 2010/2011

2011 Services


I Lions Club di Pizzighettone Città Murata, di Vescovato e di Casalbuttano, per onorare la memoria del compianto Lion Riccardo Rinaldi, fondatore dei suddetti tre Club Lions e studente a suo tempo del Liceo Scientifico “G. Aselli” di Cremona, hanno bandito la borsa di studio “Riccardo Rinaldi” dell’importo complessivo di euro 600,00 da destinare a due studenti. Il concorso è stato riservato agli studenti delle classi quinte del Liceo Scientifico “G. Aselli” di Cremona, che si sono espressi , mediante propri elaborati scritti, sul tema di studio nazionale dei Lions Club dal titolo “la Costituzione della Repubblica italiana: conoscerla ed amarla”. I vincitori sono risultati Veronica Martini e Michele Sanguanini. Ecco i temi dei due eccellenti studenti, che vale la pena leggere!!

L'ITALIA DEL VENTUNESIMO SECOLO E LA SUA COSTITUZIONE
ossia: i 1000 modi made in Italy per gettare alle ortiche un'opera d'arte.

§0 - Introduzione in forma di prologo.
Se questo fosse stato un romanzo di Jane Austen, probabilmente si sarebbe intitolato "Amore ed Indignazione" ed avrebbe trattato la vicenda di una giovane ragazza intelligente e lungimirante, la quale viene data in moglie dal padre (in buona fede) ad un uomo che non avrebbe saputo apprezzarla. Due secoli dopo Hollywood avrebbe prodotto dal romanzo un film di successo e un sedicente romanziere - meglio se di successo - avrebbe scritto il sequel dell'originale, tratteggiando a tinte forti la vita intima dei due e descrivendo in modo particolareggiato i tradimenti del marito, aggiungendovi poi una o due scene di stupro ed un omicidio: gli ingredienti ideali per un successo editoriale! Comunque, trattando del rapporto tra l'Italia di oggi e quel capolavoro che è la sua Costituzione, non è necessario ricorrere alla fiction per ottenere un racconto che sia assurdo e fuori da ogni logica: al contrario, basta volgere qua e là i propri occhi, poiché spesso - almeno nel Bel Paese - la realtà è più paradossale dell'immaginazione.
Un confronto tra gli alti valori della costituzione con la luccicante società italiana del duemila porterà probabilmente all'indignazione, ma anche, per contrasto (e forse più di una bella sviolinata), ad un apprezzamento forte e sincero - un amore addirittura - per la Carta stessa.

§1 - Ai fondamenti della Costituzione italiana.
C'era una volta l'Italia... un'Italia distrutta dalla guerra, drogata dal nazi-fascismo e dal filo-stalinismo, in affanno per il proprio ventre ancora sanguinante per la guerra civile; una nazione che tuttavia vuole risollevarsi, dandosi un nuovo ordinamento, quello repubblicano, che potesse evitare il ritorno dei fantasmi del recente passato. I padri della Repubblica italiana hanno costruito con grande lungimiranza la sua carta costituzionale, considerata dai più con buona ragione una delle migliori al mondo, non solo cercando di ovviare alla possibilità che si ripetessero i fatti del ventennio fascista (leggi razziali, omologazione intellettuale, restrizione delle libertà individuali in genere), ma anche offrendo una nuova visione di cittadino, completamente diversa rispetto a quella che fondava i regimi totalitari. La concezione innovativa di uomo solidale (art. 2, 3) e lavoratore (art. 1, 4) nasce infatti dalla sintesi armonica delle istanze politiche fondamentali che caratterizzavano le forze antifasciste dell'epoca - come la politica sociale cattolica, il liberalismo, il socialismo e il comunismo - realizzando così la migliore ed unitaria espressione di queste ideologie ed formando una novità nell'ambito costituzionale mondiale. Fu anche per questo motivo che il presidente della Costituente, Umberto Terracini, nel 1947 affermò che "l'Assemblea [costituente] ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e di fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore".

§2 - Perché la Costituzione italiana non è "al passo con i tempi".
Molto spesso la benemerita classe politica afferma che la Costituzione, essendo stata (giustamente) strutturata in forma rigida, abbia risentito del passare del tempo e che i suoi sessantadue anni inizino ad avvertirsi nel mondo della globalizzazione e di internet: ciò in alcuni casi è vero, per esempio riguardo il titolo V della seconda parte (sulla struttura accentrata dello stato, modificato con legge costituzionale nel 2001); il problema si ha quando una parte della stessa benemerita classe politica ventila la possibilità di cambiare alcuni altri "dettagli" della costituzione, come "l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" (Art. 1), motivando ciò con l'affermazione che essi non rientrino più nella cosiddetta "realtà dei fatti". Chissà se Umberto Terracini (morto nel 1983), vedendo la condizione della democrazia italiana nella "seconda Repubblica", sarebbe stato d'accordo.
In effetti, a ben vedere, parlando del primo comma dell'articolo primo e di "seconda Repubblica" (intendendo una seconda fase della Repubblica iniziata nel 1946) troviamo una certa contraddizione, dato che sarebbe certamente più corretto parlare di "prima Repubblica post-democratica". La post-democrazia - della quale parla, per esempio lo Zagrebelsky - e la conseguente affermazione del populismo è la condizione in cui è scaduta la maggior parte delle democrazie europee: un ordinamento in cui uguaglianza e libertà sono solo virtuali e vige il principio del cittadino-consumatore, ovvero del cittadino che partecipa alla politica come se fosse al supermercato - la campagna elettorale fatta di spot pubblicitari e i capi politici sempre più simili ad un "marchio di qualità" ne sono l'esempio.
La globalizzazione ha portato direttamente alla crisi del modello statale fondato sulla sovranità nazionale, dato che sempre più decisioni devono essere prese a livello sovra-nazionale (si veda per esempio la situazione di crisi economica globale), ma indirettamente anche a quello stesso modello democratico che è alla base della Costituzione italiana. Non possiamo ovviamente additare la globalizzazione come l'unica causa della malattia del sistema liberal-democratico europeo, anzi, probabilmente il vero "untore" è stato un nuovo, ennesimo, imbarbarimento della società civile, causato da una perdita graduale ma continua della memoria storica e culturale ; un'influenza negativa - accentuata da internet ed in generale dai mass media - che porta le generazioni nate a partire dagli "euforici" anni '80 a non acquisire largamente un senso critico, un'opinione o un sistema valoriale.
Forse è proprio vero dunque che la Costituzione italiana, che prevede la figura di un cittadino con "doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", non sia "rimasta al passo" con un'Italia, che, sempre più profondamente permeata da una anti-cultura consumistica secondo un decadente modello americanista, ha dimenticato la propria di cultura, fatta di personaggi grandi, ma anche ingombranti, poiché richiedono agli individui uno sforzo corale per il bene comune: Dante, Parini, Mazzini... Forse solo quando le nuove generazioni, la nostra generazione, proverà sulla sua pelle quello che i padri fondatori hanno vissuto, allora riuscirà a comprendere l'importanza di una visione grandiosamente umana come quella della Costituzione.

§3 - Uno scherzo: consigli di modifica di alcuni articoli della Costituzione (per renderla più coerente con i tempi correnti).
L'Articolo 3 è decisamente troppo impegnativo, innanzi tutto sancisce la pari dignità e l'uguaglianza tra i cittadini davanti alla legge e poi impegna lo Stato ad adoperarsi per lo sviluppo anche delle parti più deboli della società. Sarebbe più realistico sostituirlo con: tutti ì cittadini hanno pari dignità sociale, basta che non siano immigrati, poveri, omosessuali, ebrei o catto-comunisti. I cittadini sono eguali davanti alla legge in maniera proporzionale al loro potere politico. La Repubblica delega ai talent show di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono la fama e l'arricchimento del cittadino.
Andiamo a chiedere ad un giovane precario cosa ne pensa dell'articolo 4 ("la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto"), il suo scoppio di risate, come se avesse appena ascoltato una barzelletta, è significativo: articolo abrogato.
Articolo 9 comma 2... anche gli speculatori edilizi si uniscono alle risate, mentre si sente il suono gagliardo di una torre medievale che crolla. Meglio modificare in: "il paesaggio e il patrimonio storico è tutelato dalla Repubblica fino a crollo o condono edilizio."
È da proporre un'aggiunta anche al terzo comma dell'articolo 27: "stipare cinque persone in una cella da due è un trattamento umano e soprattutto rieducativo, perché educa alla convivenza con molte più persone".
In realtà vi sarebbero moltissime altre modifiche da apportare alla nostra Costituzione, ma d'altronde, cosa ci si può aspettare da un testo dai valori sorpassati, che di certo non appartengono alla nostra generazione di baldi giovini?

§4 - La Costituzione italiana: conoscerla per amarla.
Raramente il cittadino italiano medio si ritaglia un poco di tempo per rileggersi il testo costituzionale e riflettere sopra il progetto - prima di tutto umano e poi politico - che esso propone: questo è decisamente un peccato, non soltanto perché più la si legge e conosce, più si apprezza il suo equilibrio, la maestria nella cesellatura delle varie componenti, la lungimiranza che fornisce risposte concrete anche a questioni che erano inimmaginabili sei decenni or sono, ma soprattutto perché la Costituzione è il simbolo della grandezza che il popolo italiano, proverbialmente diviso e sempre litigioso (dalla lotta tra guelfi e ghibellini, allo scontro tra democristiani e comunisti e così via fino ai giorni nostri) riesce a compiere quando è unito. Nella Costituzione italiana si avverte infatti tutta la grandiosità culturale che è il passato dell'Italia; si percepisce nella sua compostezza il retaggio antico della tradizione classica e latina, i fermenti dell'età comunale, lo splendore del Rinascimento, l'Illuminismo, i moti del Risorgimento, fino agli orrori della Grande Guerra, tutto si crogiola in un documento i cui valori fondamentali, a parte gli scherzi, se verranno rispettati, risolleveranno l'Italia dalla palude in cui imputridisce impantanata e la proietteranno verso il futuro. La trasmissione della cultura e della memoria storica, dei valori fondanti lo Stato Italia e la sua Costituzione non solo a coloro di discendenza italiana, ma anche ai "nuovi italiani", è una sfida di estrema importanza, poiché un paese senza storia e senza cultura esiste solo sulla carta.

Michele Sanguanini

Prova per la Borsa di studio "Riccardo Rinaldi"
"La Costituzione della Repubblica italiana:
conoscerla ed amarla"
tipologia D __ tema di ordine generale

"Cosa c'entra con la mia vita, la Costituzione italiana?", credo sia questa la domanda fondamentale da porsi, altrimenti la Carta Costituzionale rimarrebbe una mera astrazione, un vecchio documento senza alcun valore. La Costituzione parla dell'oggi, della mia quotidianità, regolamenta il mio "agire" ed è in virtù delle sue norme che posso "agire". Molte volte ci sembra normalissimo andare a votare, poter esprimere la propria opinione...ma non è così scontato. Basti pensare alle realtà del mondo cui l'Italia appartiene: 13 novembre 2010 Asia Bibi, pakistana, viene condannata a morte per blasfemia (Art 19 della Costituzione italiana: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. "); 9 luglio 2000: Phuntsok Legmon, studente tibetano di 16 anni, è stato condannato a 3 anni di carcere per aver partecipato ad una manifestazione (Art 21 "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero"); luglio 1994: 800.000 morti in Ruanda per discriminazioni razziali (Art 3 "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali..."). Siamo troppo abituati a pensare che ciò che è stato fatto prima di noi sia vecchio, inattuale. Possiamo far finta che non siano morti centomila nostri connazionali per la nostra libertà, possiamo non sentire le grida di coloro che sono morti di fame nei campi di concentramento, non vedere l'esecuzione capitale di un cittadino americano, ma non possiamo rimanere indifferenti rispetto alla libertà di cui godiamo ogni giorno, al diritto alla vita che contraddistingue la nostra esperienza quotidiana. Giustamente Calamandrei, uno dei padri costituenti, notò che "la libertà è come aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare" ("Discorso di Calamandrei agli studenti milanesi nel 1955"). La Costituzione ci invita a prendere sul serio la nostra libertà e la nostra vita, ad aprire gli occhi perché ignorando la libertà che abbiamo per diritto, è indubbiamente facile non accorgersi quando questa viene via via limitata: si pensi per esempio al diritto di esprimere la propria opinione o al diritto all'informazione (entrambi presenti nell'Art 21), a volte molto scomodi. È lecito chiedersi se tutti i diritti sanciti dalla Costituzione sono effettivamente realizzati. La Carta Costituzionale, come tutti i prodotti umani, è limitata nella sua realizzabilità dalla contingenza. È lampante per noi l'esempio dell'Articolo 8 che sancisce il diritto al lavoro. Oggi in Italia, secondo una recente ricerca dell'lstat, i senza lavoro sono 2.138.000. La Costituzione sancisce formalmente un diritto che sostanzialmente non è attuabile? La risposta viene data dall'onorevole Ruini, "padre costituente", che definisce, nel discorso tenutosi il 22 dicembre 1947 alla Camera dei deputati per l'approvazione della Carta Costituzionale, la Costituzione "inno di speranza e di fede": essa quindi propone delle mete da raggiungere gradualmente, apre le vie verso l'avvenire. Se una norma costituzionale risulta impossibile da realizzare si dovrà fare di tutto affinchè vi siano le condizioni necessarie perché questo avvenga. Perché tutti i diritti siano concretizzabili è necessario però che vi sia anche consapevolezza e rispetto dei doveri. Ogni cittadino italiano ha il diritto all'istruzione e contemporaneamente ha il dovere di andare a scuola, il dovere di esprimere al meglio le sue capacità e di richiedere un'istruzione ai massimi livelli. La parola "dovere" ha assunto nel tempo un'accezione negativa, in realtà la Carta Costituzionale attraverso l'esplicitazione di doveri suggerisce una partecipaziona attiva, l'assunzione di responsabilità, invita a essere protagonisti delle scelte decisionali e non solo spettatori passivi. In questa direzione, e non solo, la Costituzione va contro corrente, infatti al cittadino italiano oggi viene chiesto di non pensare, di scegliere solo in base al proprio utile probabilmente perché pensare è cercare di capire, porsi delle domande che sono scomode. Tirabassi nel saggio "Quale futuro per la cittadinanza?" ha colto questa logica dei cittadino/consumatore che risponde ai criteri del "customer satisfaction": l'italiano di fronte a diversi "prodotti politici" è portato a scegliere quello che è più consono ai giusti personali, senza che questa scelta comporti la realizzazione di questo prodotto/obiettivo. La Costituzione è ancora in contro-tendenza per il fatto di essere il risultato della convergenza di ideologie differenti, di pensieri filosofici e di scelte politiche che hanno travalicato il tempo, come nel caso di Mazzini, Garibaldi, Cattaneo. Questo è per noi oggi, una provocazione a riscoprire la storia italiana, a mediare con l'"altro" che non la pensa come noi: basti pensare che i politici non riescono a trovare punti in comune su problemi ingenti e vitali per il Paese. Un altro esempio che esprime la controtendenza costituzionale è la salvaguardia della persona nella sua particolarità e nella sua individualità rispetto all'azzeramento dell'identità personale a all'omologazione ad alcuni modelli cui la società ci invita. Conoscere la Costituzione significa, in sintesi, rileggere la realtà con occhio critico, riscoprire i valori fondamentali che stanno alla base della società italiana, la propria storia, sé stessi nella propria originalità. Facendo "mia" la Costituzione, amandola, amo, in realtà, me stesso e la comunità cui appartengo.

Veronica Martini

Lions Club Pizzighettone

Sede: Via Garibaldi 21 26026 PIZZIGHETTONE (CR)
Telefono: +39 3276351591
E-mail: lions.pizzighettone@gmail.com
CF: 93050460190

n. soci: 20